Nel 2002 il Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo riunito a Barcellona ha stabilito l’ambizioso obiettivo di garantire a tutti gli studenti l’insegnamento di due lingue straniere fin dall’infanzia. Vediamo, attraverso i dati del Rapporto del quinto studio comparativo Eurydice Key Data on Teaching Languages at School in Europe, quale è stata nel corso di circa venti anni la risposta dei sistemi scolastici europei a questa esigenza di sviluppo su alcuni punti salienti.
L’alfabetizzazione e le competenze multilingue sono tra le otto competenze chiave per l’apprendimento permanente incluse nel Quadro di riferimento europeo e questo ha indubbiamente cambiato nel tempo il modo di vedere l’insegnamento delle lingue straniere nella scuola.
È ampiamente riconosciuto infatti che in un’Europa da sempre multilingue nel panorama attuale
La conoscenza di più lingue è inoltre uno strumento importante per incoraggiare il benessere sociale e personale in una società multiculturale.
Un sostegno concreto ad azioni che mirano a promuovere la cooperazione europea per garantire qualità, equità, inclusione e successo nell’istruzione e nella formazione pertanto ha tra i suoi punti di forza il sostegno all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue e del multilinguismo.
Cominciare presto
Come nella nostra scuola, anche negli altri Paesi europei la lingua straniera più studiata nei cicli d’istruzione primario e secondario è l’Inglese, la cui proposta nei percorsi scolastici parte dalla prima classe della scuola primaria e raggiunge oltre il 98% degli studenti. È quindi indirizzata a bambini dai 6 anni in su, con un evidente anticipo rispetto al passato.
Negli ultimi 20 anni circa l’insegnamento delle lingue straniere ha avuto poi un’importante evoluzione anche con l’introduzione nella scuola secondaria di primo grado di una seconda lingua, il cui studio prosegue anche nel secondo ciclo.
Si è avuta quindi una estensione notevole dell’offerta formativa in questa direzione, con una diffusione non solo sempre più precoce ma anche gradualmente più ampia. Nell’Unione Europea, infatti, il numero di allievi che studiano almeno una lingua straniera supera l’86 % e il numero di coloro che ne studiano due oltrepassa il 59% della popolazione scolastica.
Le opportunità di apprendimento di due lingue straniere sono però distribuite diversamente in rapporto alla tipologia di percorso seguita e ciò accade in tutte le scuole europee. Nel quadro generale descritto dai dati Eurydice si vede infatti una differenza nella numerosità degli studenti che studiavano nel 2020 due o più lingue. Nell’istruzione professionale questi risultano essere di poco superiori al 35% della popolazione, mentre per l’istruzione generale raggiungevano il 60%.
Il nostro Paese fa accezione a questo andamento e si pone in controtendenza rispetto al quadro complessivo: il numero di giovani che studiano due o più lingue straniere è superiore negli istituti tecnici rispetto a quello dei licei.
Quanto tempo si dedica alle lingue straniere e quale livello si richiede
La lingua straniera più studiata nelle scuole europee è l’Inglese, a livello di istruzione sia primaria sia secondaria, seguita dal Francese e dal Tedesco.
Ma quante ore si dedicano a questo insegnamento?
Nell’istruzione primaria il numero di ore per anno teorico dedicate all’insegnamento delle lingue straniere come materie obbligatorie oscilla nelle maggior parte dei sistemi educativi tra 30 e 69 ore annuali, diversamente distribuite nel ciclo primario e secondario.
Questo andamento, che vede nell’istruzione primaria un minore numero di ore dedicate all’insegnamento delle lingue straniere, è spiegato principalmente da due fattori chiave:
- l’età in cui l’apprendimento di una lingua straniera diventa obbligatorio
- la struttura dei sistemi di istruzione
Quello italiano è uno dei sistemi scolastici in cui il numero di ore dedicate all’insegnamento delle lingue straniere nel ciclo primario è di 69 ore.
In generale ai ragazzi viene richiesto di aver conseguito al termine dell’istruzione secondaria superiore un livello di padronanza almeno B2, livello autonomo avanzato.
In base al QCER ciò prevede che la persona:
- comprenda gli argomenti chiave di un testo complesso su argomenti sia completi che astratti
- si esprima con scioltezza e spontaneità, interagendo in modo normale con parlanti nativi
- produca un testo chiaro e dettagliato su una gamma ampia di argomenti e esprima una opinione su una gamma ampia di argomenti di attualità
Approfondimenti
- Cifre chiave dell’insegnamento delle lingue a scuola in Europa. Edizione 2023
- Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente
- Raccomandazione del Consiglio del 28 novembre 2022 sui percorsi per il successo scolastico che sostituisce la raccomandazione del Consiglio, del 28 giugno 2011, sulle politiche di riduzione dell’abbandono scolastico
- Common european framework of reference for languages: Learning, teaching, assessment
- Il QCER: cos’è e come funziona la certificazione della lingua Inglese
- Il quadro europeo delle competenze chiave
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